Simbolo di storia, arte e progresso in Puglia
Questo luogo straordinario custodisce la memoria di un'impresa epocale, nata dall’ingegno e dalla visione di uomini che hanno trasformato il destino di un’intera regione. Qui si racconta il tempo in cui la determinazione e il lavoro instancabile portarono l’acqua dove prima regnava l’aridità. È la storia della nascita dell'Acquedotto Pugliese, un’opera che ha dato nuova vita alla Puglia.
Il Palazzo è un capolavoro architettonico e artistico che, attraverso i suoi dettagli e la sua imponenza, testimonia il valore di questa grande conquista. Grazie alla collaborazione con il Museo Civico di Bari, il Palazzo dell’Acqua è parte dell’itinerario storico e artistico della città, offrendo a tutti la possibilità di scoprirne la storia e il significato.

Con provvedimento del 1924, l’ing. Gaetano Postiglione, Regio Commissario dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, affidò al trentunenne Cesare Vittorio Brunetti, avventizio presso l’acquedotto da soli 16 mesi, il progetto per la costruzione di un edificio nel borgo murattiano, che fosse testimonianza perenne della storica conquista dell’acqua e, al tempo stesso, sede degli uffici tecnici e amministrativi dell’Ente. Sette anni trascorsero perché la città di Bari e la Puglia intera potessero ammirare questo splendido esempio di romanico pugliese di transizione, come fu definito dallo stesso Brunetti.
Lo stile prescelto si integra perfettamente con la tradizione locale, che nel palazzo trova espressione oltre che nei materiali, anche nei moltissimi riferimenti stilistici decorativi, ispirati ai più famosi monumenti architettonici della regione. La pietra di Trani per il rivestimento esterno mostra, nei dettagli scolpiti in opera, sui capitelli, nelle iscrizioni delle bifore e sui balconi, tutta la sapiente abilità degli scalpellini locali.
Il palazzo è la tangibile espressione dell’antico, grande progetto realizzato: portare l’acqua buona in Puglia, anche grazie alla collaborazione delle popolazioni dell’Irpinia e della Lucania, e rendere produttiva una terra cronicamente assetata, migliorando le condizioni di vita dei suoi abitanti.
La storia di questa impresa scritta nella pietra è raccontata con simbolica efficacia dal genio del decoratore Duilio Cambellotti attraverso una ricca galleria di dipinti murali, di sculture, di mobili e altre forme decorative. Va precisato che il termine “decoratore” va inteso in senso storico; per Cambellotti “decorare” significò intervenire sul progetto delle tre facciate, progettare l’immagine di ogni particolare degli interni: dai soffitti ai pavimenti, dalle porte alle finestre, dalle pitture alle sculture per le pareti, dai mobili ai soprammobili, alle vetrate, ai tappeti, all’illuminazione, agli ascensori. Tutto questo per fare del Palazzo di Acquedotto Pugliese di Bari un ideale e, al contempo, un concreto “laboratorio” per la sua genialità creativa.
L’edificio, completato anche nelle decorazioni, salvo alcuni dettagli dell’appartamento presidenziale che furono ultimati nel 1934, non ebbe – come meritava – una inaugurazione ufficiale. L’opera rimane un esempio di creazione artistica con un unico tema dominante: l’acqua.
Storie d’Acqua: eventi e incontri al Palazzo

Il rammendo virtuoso
Torna la collaborazione tra Donne in Corriera e Acquedotto Pugliese con un nuovo ciclo di incontri su rigenerazione, sostenibilità, manutenzione del Bel Paese.

Gocce d'inclusione
Coltiviamo opportunità per un ambiente di lavoro inclusivo. Giovedì 12 dicembre alle ore 10:30 al Palazzo dell’Acqua, la presentazione di “Gocce di Inclusione”.

Acqua, luoghi, storie e ricette. L’ITALIA che ho visto
Celebriamo insieme tradizione, cultura e sostenibilità con Peppone Calabrese. Lo storico volto di Linea Verde.

La parsimonia dell'acqua
Progetto in mostra presso le Scuderie di Palazzo Gallone, a Tricase, dal 17 al 31 agosto.