La Puglia, con i suoi quasi 20.000 Km quadrati tra l'Adriatico e lo Ionio, è una regione che si divide tra cielo, mare e terra. La natura del suolo e del sottosuolo, però, non consente accumuli o riserve d'acqua. Né la pietra viva calcarea né quella carsica porosa sono in grado di trattenere l'acqua che penetra verso il basso concentrandosi a grandi profondità, dove incontra le acque salmastre e marine.
Già nell'800 le cronache raccontano di epidemie, mortalità infantile e un alto numero di decessi causati dalla scarsità di acqua salubre. Per il nuovo Stato italiano la mancanza di acqua diventa subito una delle prime grandi emergenze nazionali.
1868
La Provincia di Foggia pubblica un bando per la conduttura delle acque nel territorio e diversi professionisti presentano i loro progetti. Tra questi c'è l’ingegnere Camillo Rosalba che propose un’idea geniale: l'adduzione delle acque dalle sorgenti di Caposele per mezzo di una grande conduttura in traforo fino a Conza per superare lo spartiacque del Tirreno e di un canale sulla sponda dell'Ofanto verso Andria per volgere verso Corato, Ruvo, Bitonto fino a Brindisi. Ma il progetto non viene scelto.
1896
Viene nominata una Commissione per lo studio delle questioni attinenti alle acque potabili e, in particolare, per l'Acquedotto Pugliese. Il Regio Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici - 19 maggio 1896 - è il primo atto ufficiale in cui lo Stato interviene nell'approvvigionamento idrico della Puglia. Il deputato Matteo Renato Imbriani è l'animatore della battaglia per dissetare la Puglia.
1898
Grazie ad una legge, viene autorizzato lo studio di un progetto tecnico per la fornitura di acqua potabile in tutta la Puglia. Con Regio Decreto viene istituito, ad Avellino, un ufficio speciale del Genio civile per lo studio e la compilazione del progetto dell'Acquedotto Pugliese.

1902
Dalla Commissione scaturisce un Consorzio fra lo Stato e le tre province di Bari, Foggia e Lecce, a cui è affidato il compito della costruzione, manutenzione ed esercizio perpetuo dell'Acquedotto Pugliese. La legge, nello stabilire il prezzo di vendita dell'acqua, lo contempera al "grado di importanza di ciascun comune" e stabilisce una tariffa ridotta per l'acqua "delle fontane pubbliche e per quella destinata ad usi igienici".
1903
Viene pubblicato il primo bando, ma la relativa gara va deserta; l'anno successivo viene indetta una seconda gara, a livello internazionale, a cui partecipano ditte italiane e europee. È la "Società anonima italiana Ercole Antico e soci concessionaria dell'Acquedotto Pugliese" però che si aggiudica il lavoro, per un importo di 125 milioni. Il contratto viene sottoscritto nel luglio 1905.
1904
Viene indetta una gara, a livello internazionale ed è la "Società anonima italiana Ercole Antico e soci concessionaria dell'Acquedotto Pugliese" che si aggiudica il lavoro nel luglio 1905.
1906
Viene costituito il primo Consiglio di Amministrazione del Consorzio per l'Acquedotto Pugliese presieduto dal presidente Giuseppe Pavoncelli. Hanno inizio i lavori alle sorgenti Madonna della Sanità di Caposele per lo scavo della grande galleria dell'Appennino e le opere di captazione.
1914
Dal 1906, la Società Ercole Antico e Soci, porta avanti i lavori, ma non riesce a tener fede al contratto. La Società realizza soltanto la struttura del Canale Principale e le gallerie di attraversamento dell'Appennino e delle Murge.
1915
L'acqua arriva a Bari il 24 aprile 1915 e, nello stesso anno, giunge ad altri ventisette comuni della provincia. Nel 1916 si aggiungono altri sei comuni e la città di Taranto. Gli eventi della Prima Guerra Mondiale bloccano il proseguimento dei lavori: si accumulano ritardi e debiti. Lo Stato decide di intervenire annullando la convenzione nel 1919.
1918
L'acqua arriva a Brindisi. I comuni pugliesi sono caratterizzati da strade, piazze e spazi pubblici in terra battuta; l'acqua, nella maggioranza dei casi, esiste solo nelle fontane pubbliche; le fognature sono sconosciute: esistono solo fosse provvisorie, pozzi neri e carri botte incaricati della raccolta degli scarti urbani.

1920
Il Regio Decreto n° 2060 del 1919, convertito nella Legge 23 settembre 1920 n° 1365, istituisce con sede a Bari un "Ente Autonomo per la costruzione, manutenzione ed esercizio dell'Acquedotto Pugliese" fissandone l'ordinamento. L'Ente ottiene un contributo di 90 milioni e uno di 68 milioni che vanno sotto il titolo di "opere pubbliche straordinarie" a carico del bilancio del Ministero dei Lavori Pubblici. Alle semplici prerogative della costruzione, manutenzione ed esercizio perpetuo dell'Acquedotto Pugliese si aggiungono:
- costruzione delle condutture interne;
- completamento delle opere di rimboschimento del bacino del Sele;
- manutenzione di tali opere;
- costruzione delle fognature;
- collegamento di edifici pubblici alle condutture d'acqua e fognarie;
- coordinamento dei piani regolatori con le esigenze di costruzione e funzionamento delle condotte d'acqua e fognarie; opere di irrigazione;
- costruzione di case popolari e borgate rurali;
- risanamento di quartieri ed abitazioni insalubri.
1924
Inizia l'erogazione dell'acqua nella città di Foggia.
1926
La fornitura di acqua alla provincia di Foggia viene completata in tredici anni. Il decennio tra il 1931 e il 1941 si occupò del "completamento generale" delle diramazioni e sub-diramazioni suburbane e urbane. A seguito della completa costruzione del "Grande Sifone Leccese", solo nel 1927, l'acqua arriva nella città di Lecce. Negli anni tra il 1931 e il 1939, anche i comuni del Gargano settentrionale vedono in esercizio le condotte insieme ai comuni del Salento.
1938
Con il Decreto-legge di agosto, vengono affidati all'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese la costruzione e la gestione delle fognature nei comuni serviti dall'acquedotto stesso.
1939
L'opera vede il suo compimento solo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, con il completamento delle opere terminali di Santa Maria di Leuca. Qui viene realizzata una cascata spettacolare.
1942
Il governo estende all'E.A.A.P. il completamento e la gestione della rete idrica e fognaria della Lucania, attivando gli Acquedotti dell'Agri, del Basento e del Caramola, insieme agli acquedotti comunali minori, entro un anno. Nel 1946 viene assegnato un fondo per provvedere alle opere di allacciamento delle sorgenti della Francesca presso Atella, nelle zone del Vulture, e per procedere alle trivellazioni e all'utilizzazione delle acque della falda carsica nelle zone di Brindisi, Galugnano (LE) e Foggia.
1947
Con Decreto-legge del Capo provvisorio dello Stato, viene concesso all'E.A.A.P. un contributo statale per la costruzione dell'acquedotto dell'Alta Irpinia.
1949
Con la legge 3 agosto 1949 n°589, Legge Tupini, lo Stato concede ai comuni contributi per l’esecuzione di opere pubbliche e, in particolare, di acquedotti e fognature. Il provvedimento dà un grande impulso alla costruzione e all'ampliamento delle reti, attività per le quali i comuni utilizzano come soggetto attuatore già dalla fase di progettazione: l'E.A.A.P.
1950
Viene istituita la Cassa per il Mezzogiorno, detta anche Cassa per Opere Straordinarie di Pubblico Interesse dell'Italia Meridionale (Legge 10 agosto 1950 n° 646), che si pone come tramite per i finanziamenti da parte dello Stato a favore dell'E.A.A.P.

1963
La legge 4 febbraio 1963 n° 29, denominata "Piano Regolatore Generale", delega al governo il compito di emanare norme di attuazione, stabilisce che tutto il territorio dello Stato venga sottoposto ad una indagine previsionale sui fabbisogni ed i costi delle reti idriche e di smaltimento dei liquami organici per il cinquantennio che va dal 1963 al 2013.
1967
Viene emanato un decreto contenente il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti d'Italia. Si fissano le fonti necessarie da riservare al soddisfacimento dei fabbisogni delle popolazioni servite. Per la Puglia, si prevede l'utilizzo delle acque superficiali invasate dal Pertusillo, dal Fortore, dal Sinni, dal Locone e da Conza.
1972
In coincidenza con l'emergenza conseguente all'epidemia di colera, viene avviato un complesso programma di costruzione di nuovi impianti di depurazione diffusi nell'intera regione.
1974
Viene avviato all'esercizio il primo lotto dell'acquedotto del Pertusillo, il più importante acquedotto in pressione d'Italia. Esso è a servizio delle province di Bari, Taranto e Lecce. È avviato all'esercizio anche l'acquedotto del Fortore che risolve i problemi di approvvigionamento idrico della Capitanata.

1986
A febbraio entra in esercizio l'impianto di potabilizzazione delle acque del fiume Sinni in agro di Laterza che, con una capacità di trattamento di 6 mc. al secondo, è uno dei più grandi d'Europa.
1990
Entra in funzione l'impianto di potabilizzazione di Montalbano Jonico per l'alimentazione idrica dei comuni di fascia costiera del Metapontino.
1998
Entra in esercizio l'acquedotto del Locone le cui acque, potabilizzate dall'omonimo impianto, sono avviate verso un vasto comprensorio del nord barese.
1999
A maggio viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo che sancisce la trasformazione dell'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese in Società per azioni. Da ora in poi si chiamerà Acquedotto Pugliese S.p.A. Azionista unico.

2002
Con la legge finanziaria viene disposta la cessione gratuita dell'intero pacchetto azionario dell'Acquedotto Pugliese S.p.A., da parte del Ministero dell'Economia e della Finanza, alle Regioni Puglia e Basilicata. Il 30 settembre 2002 viene sottoscritta la Convenzione con la quale viene affidato all'AQP la gestione del servizio idrico integrato per la Puglia fino al 31 dicembre 2018. A dicembre viene costituita l'Autorità d'Ambito Territoriale per la Puglia (AATO Puglia), che svolge funzioni di indirizzo e controllo sull'attività espletata dall'AQP in qualità di gestore del servizio.
2004
Il 30 aprile 2004 viene sottoscritto l'accordo per il trasferimento della gestione del servizio idrico integrato per la Basilicata dall'AQP all'Acquedotto Lucano.
2009
A Villa Castelli AQP restaura e riattiva una delle più importanti centrali idroelettriche in Puglia. Inoltre, viene inaugurato anche il nuovo acquedotto del Locone.

2010
Viene acquisita ASECO, società di compostaggio leader nella produzione di fertilizzanti naturali di qualità. Terra di Puglia e Pura Terra sono prodotti virtuosi che trasformano i rifiuti da costo in opportunità economica e valorizzano le buone pratiche della raccolta differenziata e del risparmio.
2011
L'impianto di bio-fitodepurazione di Melendugno (LE), il più grande d'Italia, entra in attività, classificandosi primo al premio nazionale "Pianeta Acqua 2011".
2012
A luglio viene inaugurato il nuovo potabilizzatore di Conza e rinnovata la storica convenzione con il Comune di Caposele che disciplina la captazione delle acque dalle sorgenti Sanità.
2015
La monumentale cascata di Santa Maria di Leuca viene dotata di una suggestiva illuminazione artistica.
2019
L’anno 2019 porta con sé un’importante ricorrenza: cento anni di acqua pubblica. Nel 1919, infatti, viene istituito l’E.A.A.P. Acquedotto Pugliese celebra l’evento attraverso diverse iniziative culturali e riceve la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica.
Dal 2021 a guidare questa realtà in continua crescita c’è Domenico Laforgia ricopre la carica di Presidente insieme al Consiglio di Amministrazione composto dai consiglieri Francesco Crudele, Tina De Francesco, Rossella Falcone, Lucio Lonoce. Francesca Portincasa è Direttrice Generale.
2024
Con legge n. 191 del 13 dicembre 2024, lo Stato Italiano riconosce AQP azienda di “rilevanza strategica per l’interesse nazionale”.