“L'acqua è la linfa vitale dell'umanità, dal cibo che mangiamo agli ecosistemi e alla biodiversità che arricchiscono il nostro mondo, alla prosperità che sostiene le nazioni, ai motori economici dell'agricoltura, della produzione e della generazione di energia, alla nostra stessa salute, igiene e sopravvivenza”. Così António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite a New York a conclusione della Conferenza dell’Acqua dell’ONU tenutasi presso il Palazzo di Vetro dal 22 al 24 marzo. La definizione di una vera e propria “Agenda d'azione per l'acqua”, che ha rappresentato il risultato chiave della Conferenza, ha declinato in oltre 700 azioni le modalità con cui gestire la crisi idrica globale. Si è trattato di un fondamentale momento di confronto internazionale nell'attuazione del “Decennio dell'acqua” delle Nazioni Unite, lanciato nel 2018 con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile e la gestione integrata delle risorse idriche, favorendo la cooperazione e i partenariati a tutti i livelli e sostenendo l'attuazione di obiettivi e traguardi relativi all'acqua concordati a livello internazionale.
Nella ricca tre giorni, dopo una suggestiva cerimonia di apertura, si sono susseguite 6 riunione plenarie, cinque dialoghi interattivi multi-stakeholders, eventi speciali ed eventi collaterali organizzati dagli Stati Membri, dal sistema delle Nazioni Unite e dalle delegazioni. Oltre gli 20 gli Stati membri che hanno preso la parola e più di 2000 i partecipanti che hanno forgiato insieme una «visione ambiziosa» collettiva, con precisi impegni volontari, alcuni dei quali di natura trasformativa, che vanno dalle scelte alimentari più intelligenti alla rivalutazione dell’acqua come potente motore economico e parte del patrimonio culturale della Terra.
“L'acqua è un diritto umano ed un comune denominatore di sviluppo per un futuro migliore” - ha proseguito nelle conclusioni il Segretario dell’ONU - “Oggi quasi tre disastri naturali su quattro sono legati all'acqua. Una persona su quattro vive senza servizi idrici gestiti in modo sicuro o acqua potabile pulita. E oltre 1,7 miliardi di persone non dispone di servizi igienici di base”.
Il nostro grido deve portare ad un percorso di corresponsabilità con alcune priorità. Come prima azione occorre colmare il divario nella gestione dell'acqua. I governi devono sviluppare e attuare piani che assicurino un accesso equo all'acqua per tutte le persone, preservando questa preziosa risorsa. Di qui l’invito a tutti i Paesi presenti ad aderire ed attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sull'acqua. La seconda guarda ad investimenti massicci nei sistemi idrici e fognari, con i Sustainable Development Goals volti a riformare l'architettura finanziaria globale, aumentando gli investimenti nello sviluppo sostenibile. Terzo punto invita a concentrarsi sulla resilienza, investendo in approcci e con tecnologie per riciclare e conservare l'acqua, esplorando nuove partnership pubblico-privato guidate da comuni obiettivi. Infine l’impegno per affrontare il cambiamento climatico, con un patto di solidarietà climatica volta alla riduzione delle emissioni. L'azione per il clima e un futuro idrico sostenibile non sono
altro che due facce della stessa medaglia. Non dobbiamo lesinare sforzi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius e garantire giustizia climatica ai paesi in via di sviluppo.
Presso il Palazzo di vetro si è così chiuso il sipario con un invito alla corresponsabilità sul mondo di oggi visto dalla prospettiva della sus risorsa più importante. L’obiettivo è quello di riuscire a co-determinare il necessario salto di qualità nella capacità degli Stati membri e della comunità internazionale di riconoscere e agire sull'importanza vitale dell'acqua per la sostenibilità del nostro mondo e come strumento per promuovere la pace e la cooperazione internazionale.
È online il secondo numero del 2023 della rivista L’Acquedotto