L’inizio di una vita nuova
"E il popolo si raccoglieva trepidante nelle piazze di ciascun paese per vedere arrivare l’acqua. Le generazioni future non potranno neppure lontanamente farsi un’idea di ciò che voleva dire in quegli anni, nelle nostre città, nei nostri paesi, queste frasi semplicissime: «l’acqua sta per arrivare!», «l’acqua arriva!». Ma già chi non ha visto «le scene della sete», chi non ricorda ciò che accadeva intorno ai pozzi e alle cisterne in periodi di siccità, chi non ha conosciuto il martirio di intere popolazioni quando il cielo negava la pioggia, non può attribuire alle comunissime fontanine di oggi il valore, il significato che invece hanno.
Quando nella città e nei paesi si giungeva alla vigilia dell’inaugurazione dell’Acquedotto la vita si arrestava. E per vedere il magico zampillo della prima fontanina, la gente veniva dai rioni lontani e dalle campagne, si assiepava fin sui tetti, brulicava nelle strade; e, quando l’acqua finalmente sgorgava, era una esplosione di giubilo che nessuno può riuscire a descrivere. Era la fine di un sinistro incubo, era l’inizio di una vita nuova. Forse mai Iddio è parso vicino, presente al cuore del nostro popolo come quando l’acqua del Sele è zampillata dalla prima fontanina, paese per paese. Gli angeli custodi dell’acqua buona. "
Testo tratto dal libro di Michele Viterbo “La Puglia e il suo acquedotto”