Campeggia, nell'aula consiliare del Comune di Mesagne, l'immagine dei giudici Falcone e Borsellino. Non è un caso. Simboleggiano il contrasto alle mafie e, nello specifico, il riscatto di una comunità che, facendo leva sulla cultura, ha cambiato le proprie sorti.
Oggi Mesagne è la prima Capitale della cultura in Puglia. Un traguardo raggiunto arrivando tra le dieci finaliste nazionali della competizione per l'anno 2024.
"Grazie a questo provvedimento della Regione Puglia – spiega il sindaco, Antonio Matarrelli - viene incentivata la partecipazione alla sfida per le Capitali italiane della cultura: in sostanza, le città pugliesi che vinceranno o che, in alternativa, saranno tra le finaliste come nel nostro caso, riceveranno una dotazione finanziaria per realizzare parte del dossier di candidatura".
Con il clame "Umana meraviglia", Mesagne ha puntato su un cambio di rotta, passando dall'essere una città nota alle cronache per la criminalità, a capitale della cultura, grazie a un dossier ricco e variegato che sarà parzialmente concretizzato, spendendo il fondo regionale di 300mila euro. "Vorremmo realizzare tutto – commenta ancora il sindaco – sicuramente il finanziamento non è sufficiente, ma siamo già impegnati per individuare ulteriori risorse. Intanto vorremmo agire con l'area culturale protetta: una modalità di interazione con altre realtà del territorio che ci permetterà di mettere a sistema le iniziative culturali di pregio che abbiano un valore per l'intera area provinciale".
Tra i progetti in cantiere spicca la mostra "Caravaggio e il suo tempo – Tra naturalismo e classicismo", dal 16 luglio all'8 dicembre 2023, realizzata grazie al lavoro della rete di imprese “Micexperience”, rappresentata dall’imprenditore Pierangelo Argentieri.
"Parliamo di un artista che è la massima espressione del Seicento – spiega quest'ultimo – saranno esposti pure altri pittori influenzati dalle opere di Caravaggio. La mostra sarà quindi una scoperta interessante e ci permetterà di fare un salto di qualità per un progetto ambizioso, proposto dal basso, che vanta la presenza di un comitato tecnico scientifico. Anche in passato la nostra cittadina – spiega ancora Argentieri – è stata coinvolta in progetti con mostre che andavano da Picasso a Wharol, ma si è trattato di un'offerta preconfezionata. Questa volta c'è un valore aggiunto che accresce l'appeal sia del territorio che delle imprese. Insomma, c'è grande attesa: c'è possibilità di acquistare i biglietti on line. C'è una promozione a tutto campo che andrà al di là della Puglia
stessa. Caravaggio muove interessi e studiosi - aggiunge l'imprenditore - abbiamo già contatti importanti da Malta, da Lussemburgo, le regioni vicine. Mesagne sarà al centro del panorama turistico e culturale internazionale. Il progetto sulle grandi mostre, nasce per soddisfare un bisogno pugliese. Anche qui abbiamo diritto a esposizioni importanti. Non dobbiamo necessariamente fare chilometri e prendere un treno per vedere grandi artisti. L'idea è quella di migliorare la cultura locale, per gli studenti, per i nostri giovani, per i turisti di passaggio. È un'ambizione che va al di là della mostra estemporanea. Vogliamo dare continuità ai percorsi culturali per il territorio. Infatti stiamo già lavorando per portare il Settecento il prossimo anno e l'Ottocento nel
2024, intervellato dalla seconda edizione del festival Culturare. Un appuntamento biennale lanciato nel 2022, anche sulla scia della candidatura di Mesagne a capitale della cultura, che vede il centro storico coinvolto in un evento lungo 72 ore che abbraccia tutti i target e tutti gli ambiti della cultura, per una città sempre più interessante che scommette fortemente sulla cultura".
Inoltre, riprende il sindaco Matarrelli, "ci saranno diversi festival, già collaudati ma che andremo a potenziare, come quello del cinema o dei cortometraggi, e soprattutto faremo quello che avrà il titolo del dossier, Umana meraviglia". Il primo cittadino racconta poi come la cultura, la partecipazione, l'associazionismo, la presenza delle istituzioni hanno permesso di capovolgere il destino della città: "Mesagne ha una storia complicata: tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta era una città importante per la malavita organizzata. Nasce in quest'area infatti la Sacra Corona Unita. Ma poi è stato proprio l'elemento cultura a creare un clima straordinario. Abbiamo 115 associazioni sul territorio che, assieme alle istituzioni e alla società civile, hanno fatto in modo che il fenomeno della criminalità diventasse sempre più debole. Oggi, fare un giro nel nostro centro cittadino, è un fatto gradevole. Chi viene, rimane sorpreso dalla bellezza e dagli oltre tremila anni di storia".
È possibile dunque affermare che Mesagne è un vero e proprio modello di come la cultura vinca le mafie: "Don Luigi Ciotti – conclude il sindaco - era con noi nel giorno in cui arrivò la notizia che la città fosse tra le finaliste e disse che, pur non essendo stata nominata capitale italiana della cultura, sarebbe stata certamente la capitale del riscatto".
"Un tema potente questo – aggiunge l'assessore comunale alla Cultura, Marco Calò – abbiamo realizzato il sogno di quello che definiamo Rinascimento culturale. La nostra è stata una candidatura last minute; è stata una corsa entusiasmante che ha coinvolto tutti. Ci sono oltre cento associazioni per una cittadina di 25mila abitanti. È accaduto qualcosa di magico e porteremo avanti il nostro progetto. Il desiderio di riscatto è maturato acquisendo la consapevolezza che il nostro territorio ha un tesoro disseminato e diffuso, non solo nel centro storico. Da qui – conclude Calò – lo sforzo di valorizzazione che ha portato a frutti e ricadute notevoli. Si pensi che siamo passati dalle 700-800 presenze di qualche anno fa, alle 40mila in 6 mesi quando abbiamo ospitato la mostra di Picasso. Oggi proponiamo Caravaggio. I turisti apprezzano tutto questo, assieme al barocco, ai musei diffusi, al nostro meraviglioso castello e a tutto il nostro patrimonio culturale". I vicoli, le abitazioni e le piazze, gli archi e le finestre, il castello e le chiese: tutto è intriso di storia. Dal Paleolitico superiore alla presenza messapica; dal Medioevo al Barocco, Mesagne è un vero e proprio scrigno di bellezza, tolto alle mani della mala, e finalmente restituito alla fruizione di tutti.
È online il secondo numero del 2023 della rivista L’Acquedotto