Rubare acqua è un reato contro la collettività, ancora più deplorevole in tempi di crisi idrica
Bari, 14 luglio 2025. I tecnici di Acquedotto Pugliese hanno recentemente scoperto e denunciato tre casi di prelievo abusivo nel territorio di Foggia. Il primo in località San Giusto, nel comune di Lucera, gli altri due rispettivamente nella frazione Macchia di Monte Sant’Angelo e lungo la litoranea fino a Zapponeta. I prelievi illeciti sono stati rilevati grazie ai sistemi di telecontrollo di cui dispone Acquedotto Pugliese, che hanno segnalato un aumento anomalo delle portate idriche, sino a 50 litri al secondo in più in alcune fasce orarie del giorno. Per tali furti è stata presentata denuncia contro ignoti presso le Stazioni dei Carabinieri di Foggia e Manfredonia. Il furto d’acqua è a tutti gli effetti un reato penale, perseguibile secondo la normativa vigente.
In particolare, se l'acqua viene sottratta attraverso un allaccio abusivo alla rete idrica - ad esempio collegandosi illegalmente a un acquedotto pubblico o a un contatore privato - si configura il reato di furto aggravato ai sensi dell’art. 624 del Codice Penale. In questo caso, l’acqua è considerata un bene mobile economicamente rilevante, e l’azione è punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena può aumentare in presenza di aggravanti, come l’uso di mezzi fraudolenti o la reiterazione del reato.
Questi episodi riaccendono i riflettori su un fenomeno tanto silenzioso quanto dannoso: i prelievi illeciti dalla rete idrica. Un comportamento inaccettabile, che priva i cittadini onesti dell’acqua a cui hanno pieno diritto, alimenta sprechi e contribuisce a peggiorare una situazione già estremamente critica. In un periodo segnato da una delle peggiori crisi idriche degli ultimi decenni, rubare acqua non può essere considerato, infatti, soltanto come un reato punito dalla legge, ma rappresenta anche un gesto profondamente irresponsabile che danneggia l’intera collettività, mettendo a rischio l’accesso a una risorsa essenziale per la vita di tutti.
I dati attuali sulla crisi idrica parlano chiaro. Le riserve idriche degli invasi risultano inferiori del 42% rispetto alla media storica, mentre le sorgenti irpine registrano un calo medio del 29% della portata. L’Osservatorio dell’Autorità di Bacino ha classificato la severità idrica per uso potabile come “medio-alta”, con un peggioramento rispetto allo scorso anno.
Acquedotto Pugliese per far fronte alla limitata disponibilità idrica è quotidianamente impegnato nella lotta contro le perdite e la dispersione idrica, attraverso un Piano di Risanamento da due miliardi di euro che coinvolge l’intera rete regionale.
E, tuttavia, nella lotta agli sprechi e nell’impegno per il risparmio dell’acqua non va ignorato il ruolo che possono giocare tutti i cittadini con comportamenti improntati a senso civico e a responsabilità collettiva. Ogni gesto conta: ogni litro risparmiato rappresenta un atto concreto di solidarietà verso l’intera comunità.
Resta il fatto che la sottrazione illegale di acqua rappresenta uno dei reati più deplorevoli e dannosi per l’intera comunità e per tutto il territorio servito. Danni tanto più gravi in una zona come quella del foggiano, dove le conseguenze della limitata disponibilità idrica si avvertono in maniera ancora più pesante che nel resto della regione. Acquedotto Pugliese continuerà, pertanto, a contrastare con fermezza questi comportamenti, che ostacolano gli sforzi per garantire un accesso equo e sostenibile alla risorsa idrica da parte di tutti i cittadini.