A passeggio per il borgo antico di Bitonto, una cittadina in provincia di Bari, si può osservare il più antico tracciato di fognatura esistente della regione.
La storia
Nei secoli passati, le acque nere venivano lasciate scorrere lungo le strade e poi venivano indirizzate all'esterno del centro abitato nel "carbonarium" (la cloaca), dove si riversavano; e ciò era causa di numerose pestilenze.
A Bitonto, fin dal 1512 venne realizzata un'imponente opera di ingegneria idraulica per assicurare l'igiene pubblica, tuttora in uso. Tale opera, portata a termine nel 1567 grazie all'interessamento del ceto nobile locale, appare oggi ai nostri occhi ancor più sorprendente se pensiamo al fatto che, a quei tempi, non potevano essere utilizzati i nostri moderni mezzi di scavo meccanico.
Il sistema, dunque, fu realizzato attraverso "collettori" e "reti" fuori terra, vale a dire appoggiati sui piani stradali e poi ricoperti, creando una sorta di gerarchia dei percorsi e determinando così l'elevazione del livello stradale in corrispondenza dei "canaloni principali".
Con l'innalzamento della maggior parte della città, i piani terra di molti edifici medioevali divennero piani cantinati; i piani superiori invece subirono notevoli modificazioni strutturali. Ciò si può facilmente osservare percorrendo le strade del borgo antico: qui molti portali di edifici del '400 appaiono come "mozzati" e la maggior parte delle corti interne si trova ad essere ad una quota inferiore rispetto alla strada di affaccio. Il punto di quota altimetrica massima è in Piazza Caldarola.
Tutti i condotti sono stati impostati secondo un perfetto sistema di pendenze che coinvolge l'intero borgo: questo, infatti, ha un rilievo geografico di forma concava. E' su questo piano concavo che poggiano i numerosissimi piani minori; attraverso le opportune pendenze questi, a loro volta, si collegano ai grandi collettori che, funzionando come vere e proprie spine dorsali, si ricongiungono nel punto più basso dell'abitato (Porta Maja).