“Piazza Sant’Oronzo ripopolata è il simbolo della ripresa. Vedere il centro e i punti di ritrovo finalmente pieni è il più bel segno di ritorno alla normalità”.
C’è una certa emozione nelle parole di Carlo Salvemini, sindaco di Lecce. E in effetti sono le piazze il simbolo del ritorno alla normalità.
Da vuote, come le immagini dei lockdown ci hanno abituato a vederle per tanti mesi, a piene di vita e di gente. Esattamente come ieri sono state l’esempio di un tessuto urbano svuotato per effetto delle misure decise per combattere il Covid, oggi sono l’emblema della ripartenza.
Riscoprire l’agorà come luogo primario di incontro, di bellezza, di rappresentazione della comunità: è così che la Puglia riparte, in un percorso che vede proprio questi spazi comuni, protagonisti di una nuova rinascita. Per esorcizzare il periodo che abbiamo appena vissuto e raccontare la voglia dei pugliesi di rivivere i propri luoghi abbiamo scelto piazza Sant'Oronzo, considerata il fiore all’occhiello di Lecce. Un simbolo nel simbolo, perché in questo caso ci troviamo di fronte ai classici corsi e ricorsi storici. È noto, infatti, che a Sant’Oronzo è stata attribuita la salvezza della provincia salentina dalla peste del 1656 che si era propagata per tutto il Regno di Napoli e che il santo è stato da allora considerato il protettore di ogni tipo di epidemie. Oggi piazza sant’Oronzo è “il salotto buono” di Lecce dopo che negli anni è stato al centro di varie operazioni di restauro; conserva al suo interno ancora visibile il vecchio anfiteatro e le varie stratificazioni che nel corso dei secoli sono state portate in superficie. Prima del Covid la piazza ospitava regolarmente concerti ed eventi; era il luogo di ritrovo per eccellenza di leccesi e turisti che qui trovano deliziosi negozi di artigianato locale, ottime pasticcerie e locali vari.
Il ritorno (si spera) alla normalità
Oggi si riparte e per raccontare al meglio questa voglia di normalità abbiamo ripercorso quest’ultimo periodo con Carlo Salvemini, il sindaco del capoluogo salentino: “La finestra del mio ufficio, a Palazzo Carafa, si affaccia proprio su Piazza Sant’Oronzo. Nel lungo tempo sospeso che ha accompagnato le fasi più acute della pandemia, l’immagine della piazza vuota accompagnava le mie giornate. Quel vuoto trasmetteva la paura del virus, ma anche la determinazione dei cittadini di restare a casa, ciascuno rinunciando alle proprie abitudini e alla propria libertà in nome di un’impresa collettiva straordinaria: fermare il contagio nella prima fase, quando ancora rappresentava per tutti un nemico sconosciuto”.
Prima che la scure della pandemia si abbattesse sul nostro mondo, la piazza è stata al centro di importanti operazioni di restauro mirate a valorizzare questo luogo fondamentale per la vita sociale e urbanistica della città. Salvemini: “Lecce negli ultimi venticinque anni ha investito fortemente sul recupero del patrimonio monumentale del centro storico e questo ha garantito una crescita considerevole dell’appeal turistico e del profilo di città d’arte. Il restauro della statua e della colonna romana sono già terminati.
Ma se vogliamo preservarla non potremo farla tornare nella piazza che l’ha ospitata per secoli. Dovremo farla sostituire da una copia. Mettendo l’originale in un museo dove leccesi e turisti potranno vederla anche meglio. Ci sarà una sottoscrizione pubblica con una iniziativa, Art Bonus, che ha coinvolto l’arcivescovo Michele Seccia e i fedeli leccesi; in questo modo tutti potranno associare il proprio nome a questa impresa”.
Un’opera di recupero virtuosa
L’opera di restauro non può prescindere dal concetto di ripristino; si tratta di una operazione non secondaria grazie alla quale si coniugano passato, presente e futuro, garantendo i servizi di una città moderna a cui cittadini e turisti del capoluogo salentini sono abituati. Su questo aspetto il sindaco sottolinea: “Di pari passo agli importanti lavori di restauro delle principali attrazioni della città, la città di Lecce ha operato significativi interventi di sostituzione delle condotte dell’Acquedotto anche in centro. Lavori che hanno comprensibilmente provocato disagi alla circolazione, ma che erano necessari. I cittadini hanno compreso l’esigenza e, quasi tutti, accettato di buon grado di subire un piccolo disagio, a fronte di un ammodernamento che riverbererà i suoi effetti positivi nei prossimi decenni. I ripristini sono stati effettuati correttamente: la città ha una rete di canalizzazione delle acque moderna e aggiornata agli standard”.
Finalmente una situazione rosea ora permette di aprirsi ai mesi estivi e ai successivi con positività, tanto che Salvemini conclude: “Se penso a quello che è alle nostre spalle, questo nostro, speriamo non fragile, ritorno ad una vita che assomiglia alla normalità, è fonte di enorme sollievo. Pensare che siamo rimasti in piedi, nonostante tutto, rende ancor più meravigliosa di quanto non sia già, l’immagine della piazza finalmente piena che oggi guardo dalla mia finestra, nelle pause dagli impegni”.
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