La prima raccolta delle acque era prevista nel territorio già nel VI millennio a.C.. Oggi è allo studio la realizzazione di un museo dell'acqua nei pressi di Grotta Scaloria, l'importante sito archeologico ai Diedi del Gargano, scoperto nel 1932 durante alcuni avori dell'Acquedotto Pugliese.
Dici Manfredonia e la mente vola al Gargano. È la città di mare al centro del golfo e si trova all’interno del territorio del Parco Nazionale della subregione pugliese.
Una posizione geografica invidiabile con l’Adriatico e le montagne sipontine che, anche storicamente, ha contribuito a renderla la protagonista della Puglia come testimoniano i numerosi edifici e monumenti che raccontano le sue origini, o meglio, la sua rinascita.
Rinascita perché è stata pensata e fortemente voluta da Re Manfredi di Svevia, il figlio prediletto del puer Apuliae, ovvero Federico II. Nel 1256 Manfredi volle ricostruire, infatti, Siponto, la città che era stata distrutta da un terremoto e da un maremoto, oggi diremmo da uno tsunami. Quasi 800 anni dopo, Manfredonia conserva decine di monumenti e testimonianze delle varie epoche storiche a partire dal Castello della città che si affaccia sul mare e da una articolata cinta muraria.
Tante le trasformazioni e i rifacimenti che durante le diverse epoche hanno modellato il Castello di Manfredonia come una possente costruzione quadrilatera, con torri e cortile. Gli Angioini, successori degli Svevi, oltre alla fortificazione del Castello e delle sue mura, realizzarono anche la cinta muraria della città, intervallata da un sistema di otto torri circolari.
Di grande attrazione sono anche il Duomo dedicato a Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, che risale al XIV secolo e la chiesa di S. Domenico, con l’annesso convento, risalente ai primi decenni della fondazione della città. Distrutto durante il sacco dei Turchi e ricostruito nel Settecento, il convento oggi ospita il Municipio, ma conserva le vestigia gotiche superstiti, come il grande arco ogivale verso il mare, impostato su enormi capitelli, il loggiato ed il pozzo centrale.
Se Manfredonia maremoto che distrusse Siponto, to che l’acqua ha giocato sempre chiosco con il nasce dopo il va sottolineato un ruolo fondamentale per la città. Nel territorio ci sono lagune costiere, fiumi e torrenti, risorgive, acque sotterranee. La storia di questa cittadina è una rappresentazione dell’opera dell’ingegno umano in mezzo alla natura. Oltre alle bellezze edificate dall’uomo, infatti, Manfredonia ne presenta anche di naturali e uniche. Esempio originalissimo è la Grotta Scaloria, sito archeologico che costituisce con la vicina Occhiopinto un unico complesso.
La scoperta di questa autentica testimonianza della vita nel neoliti co si deve ai lavori che nel 1932 l’Acquedotto Pugliese stava realizzando per collegare le sor genti campane del Sele con la città. L’accesso alla grotta venne riportato alla luce dagli scavi per la posa delle tubazioni moderne. Quasi un corto circuito storico dal momento che poi negli anni è stato attestato che nella grotta si teneva un vero e proprio “culto delle acque” praticato intorno alla metà del VI millennio a.C., che prevedeva la deposizione di vasi in prossimità di grandi stalattiti, con funzione di raccolta delle acque.
Oggi si potrebbe dire che in assoluta continuità spazio-temporale l’Acquedotto Pugliese è ancora molto attivo a Manfredonia. Alcuni progetti sono in divenire come quello che vede la futura realizzazione di un museo dell’acqua proprio nei pressi di Grotta Scaloria, mentre altri sposano il tema della sostenibilità ambientale. Proprio in questo periodo prosegue l’ampliamento dell’impianto di depurazione di Manfredonia.
Dopo i lavori di potenziamento della linea fanghi, sono in corso i lavori per la realizzazione di un silos che consentirà di aumentarne la capacità di stoccaggio. Questo garantirà un livello di depurazione sempre più ecosostenibile. Tanto che Raffaele Piemontese, vicepresidente e Assessore al Bilancio della Regione Puglia ha recentemente commentato: “Questo ventaglio di interventi sulle infrastrutture di depurazione di quest’area ha innescato un nuovo processo di qualità ambientale lungo tutti i 60 chilometri in cui si snoda il Golfo di Manfredonia”.
Non solo. Sempre nella città simbolo del Gargano, Acquedotto Pugliese sta curando la progettazione di interventi relativi al trattamento delle emissioni con il confinamento delle stazioni più odorigene, l’affinamento delle acque reflue per il riutilizzo irriguo e la realizzazione di una serra solare per l’essiccamento dei fanghi. Lavori che prevedono un investimento di circa 14 milioni di euro, di cui 2 milioni garantiti dalla Regione Puglia.
Il modo migliore per rinverdire quel culto dell’acqua che dal neolitico ci ha condotti fino alla Manfredonia che conosciamo oggi.