Parla di storia, di passato, di tradizioni, di una vita umile e frugale, fatta di sani principi, un po' faticosa forse, ma senza dubbio autentica. È la mostra “La parsimonia dell'acqua”, ideata dall'associazione no profit H2O Milano e promossa dal Polo bibliomuseale della Regione Puglia, che ha fatto tappa a Bari, nel Palazzo dell'Acqua. Una mostra che, attraverso gli oggetti che la caratterizzano, ovvero ventotto annaffiatoi Harpagium, vuole veicolare un messaggio importante: quello di imparare a tutelare la risorsa acqua, declinandolo però con un'anima differente, quella dell'artista che l'ha ideato. Si tratta di una sorta di doccia in ceramica che è sopravvissuta nella campagna salentina attraverso i secoli, ma che nel corso dei decenni era entrata in disuso perdendo il suo significato. I nuovi contadini, infatti, non sapevano nemmeno a cosa servisse, ma oggi grazie al lavoro di artisti e artigiani, questi manufatti sono stati recuperati. Definito anche “dispensatore di pioggia”, è stato infatti reinterpretato da architetti, designer e artisti che si sono fatti ispirare, ognuno dal proprio sentimento, nei confronti della risorsa acqua.
Dal 2006, l'associazione no profit H2OMilano, promuove infatti un’idea di design sostenibile, che rispetti le autonomie culturali e produttive locali e favorisca l’accesso all’acqua come diritto universale. Grazie a workshop, mostre e pubblicazioni, l'associazione mira a rendere le persone consapevoli del loro ruolo nel salvaguardare un bene così prezioso come l’acqua. “E questa mostra – ha spiegato Cintya Concari, presidente dell'associazione – che parte proprio da questo oggetto che potremmo definire umile, proveniente dalle campagne salentine, ci sembra possa rappresentare al meglio i principi della nostra associazione”. E così si possono ammirare parole d'acqua intrecciarsi a decorazioni che ricordano i colori dell'acqua e della terra, ma che richiamano anche antiche tradizioni e simboli della vita contadina, come la nunna, rappresentata su un annaffiatoio; o ancora come l'acquaiolo, antico mestiere di coloro che vendevano l'acqua sorgiva in paese. L'acqua simbolo di ricchezza, per questo preziosa, è rappresentata su questi manufatti d'autore, spesso con decorazioni d'oro o di platino. L'esposizione artistica ha infatti l'intento di voler raccontare tutta l'attualità e l'obbligatorietà di affrontare una tematica quanto mai attuale, legata alla risorsa acqua, in questo particolare momento storico, culturale e sociale che il Pianeta Terra sta vivendo. “Un oggetto, quello in mostra, che ha origini antiche e che ci riporta a ripensare ai nostri stili di vita – ha proseguito Cintya Concari - abbiamo bisogno di più frugalità, abbiamo bisogno di pensare più lentamente. Ed è questo il messaggio intrinseco della mostra: il ritorno all'antico, alla ricerca di una vita forse un po' più faticosa ma con valori veri e importanti”. E proprio per raggiungere questo obiettivo, la mostra attraverserà tutta la Puglia. Partita da Tricase, nel Leccese, ha poi fatto tappa a Bari, nel Palazzo di Acquedotto Pugliese. Successivamente è stata portata a Taranto, nella biblioteca Acclavio, per poi arrivare nel Museo Ribezzo di Brindisi e nella biblioteca Magna Capitana a Foggia.
Infine, “La parsimonia dell'acqua” giungerà a gennaio 2024 nel Museo Castromediano a Lecce, qui chiuderà il suo tour pugliese. “Noi abbiamo chiamato all'appello 28 artisti diversi, non solo italiani e non solo pugliesi, di età differenti, uomini e donne, affinchè ognuno di loro potesse lanciare un messaggio importante e trasversale: l'acqua è il bene più importante che abbiamo sul Pianeta – ha spiegato Roberto Marcatti, vicepresidente associazione no profit H2O Milano – Non è un caso che quando si va sugli altri pianeti la prima cosa che si cerca è proprio l'acqua. Noi da circa 20 anni lavoriamo al fianco degli istituti di ricerca proprio per trasmettere questo messaggio, tra grandi e piccini”. Un oggetto semplice che richiama però un'antica filosofia di vita, la parsimonia, partendo da un principio semplicissimo, alla base del suo funzionamento, così come sottolineato da Agostino Branca, ceramista che ha affiancato gli artisti nella realizzazione degli oggetti in mostra: “Questo oggetto veniva utilizzato in passato per innaffiare le piantine di tabacco. Serviva per trasportare l'acqua dai contenitori in muratura che si costruivano in Salento, fino ai semenzai di tabacco. Si immerge completamente tenendo libero il foro in alto, poi si estrae tenendo chiuso il foro in alto con le dita, in questo modo non si perde nemmeno una goccia di acqua. Poi una volta giunti davanti alle piantine, i contadini salentini liberavano il foro, permettendo così all'acqua di uscire a pioggia. Proprio per questo – ha concluso Agostino Branca – abbiamo pensato che questo oggetto potesse essere considerato l'emblema della parsimonia perchè distribuisce l'acqua con saggezza”. Tra i messaggi della mostra c'è anche quello di incoraggiare la cooperazione internazionale attraverso il design, utilizzando anche l'arte e la creatività degli artisti per affrontare le sfide più urgenti, nel caso specifico, la salvaguardia della risorsa acqua. Una mostra accolta con grande entusiasmo da parte di Acquedotto Pugliese per il messaggio che porta con sé, come evidenziato da Francesco Crudele, consigliere del Consiglio di amministrazione di AQP: “Da sempre l'arte è la benvenuta nel Palazzo dell'Acqua. E così abbiamo voluto ospitare questa mostra che coniuga arte, artigianato e acqua. Parsimonia è la parola giusta in questo momento storico, durante il quale dobbiamo essere molto attenti a tutelare questo bene così prezioso”.
È online il sesto numero del 2023 della rivista L’ Acquedotto