Luogo di incontro, simbolo di prosperità e vita, segno tangibile di un popolo che si fa comunità, la fontanina in ghisa di Acquedotto Pugliese è oggi testimone della storia di intere generazioni.
Fulcro della vita quotidiana delle famiglie del sud, le fontanine sono state installate nel lontano 1915, anno durante il quale in una terra arida e sitibonda come la Puglia, arrivò finalmente l'acqua. Le fontanine, nel corso degli anni, sono diventate anche luoghi di innamoramenti, di appuntamenti con amici e luoghi in cui ritrovarsi per giochi e risate. E in alcuni casi possono diventare anche simbolo di arte e bellezza come accaduto a Polignano a Mare, dove l'artista Carmine de Marco ha ristrutturato una fontanina pubblica, dipingendola con i colori dell'acqua, donandole quindi una nuova vita. “Ho voluto regalare alla città la mia arte, perchè penso che quest'ultima debba essere di tutti” ha spiegato De Marco, illustrando poi il suo progetto “Ti Apprezzo”, che mira a diffondere tra la gente la consapevolezza che i piccoli gesti per migliorare la qualità di vita di ambienti e persone, possono fare la differenza.
Ma la storia delle cosiddette “cape de firr”, così come vengono comunemente chiamate in dialetto barese, nasce da molto lontano.
Così come racconta Michele Cassano, autore del libro “Acquamare”, pubblicato ormai 20 anni fa. “Agli inizi del '900 pochi erano coloro che avevano l'acqua in casa. E così quando arrivarono le fontanine, portatrici di un'acqua fresca e pura, per molti la vita cambiò radicalmente. Infatti – ha spiegato Michele Cassano – averle in città semplificò di molto la vita di intere famiglie, ma soprattutto significò diventare comunità”. “Presente sin dall'inizio dei tempi, testimone di naufragi e immigrazioni, nascosta in grandi condutture o zampillante mentre sgorga dalle fontane, sacra nei gesti liturgici e quotidiana nelle necessità ordinarie, l'acqua è da amare. Sempre” si legge sulla quarta di copertina del libro di Cassano.
Ed è proprio così, infatti con l'arrivo dell'acqua in Puglia si registrò una minore mortalità legata all'uso di un'acqua pubblica di qualità che migliorò di molto la qualità di vita di un'intera popolazione. Rigorosamente di produzione artigianale, le fontane pubbliche dell’Acquedotto Pugliese hanno una forma conica, sono alte 128 centimetri e sono corredate di cappello e vaschetta di recupero delle acque; tutte in ghisa, presentano un rubinetto a getto intermittente, possibile grazie al meccanismo interno in ottone.
Nata per portare acqua in una terra assetata, è presto diventata simbolo di riscatto e da oltre cento anni la fontanina in ghisa campeggia nelle piazze di ogni centro della regione. Nell’Italia post unitaria le crisi sanitarie derivanti dalla difficoltà di accesso all’acqua erano numerose, proprio alla luce di questo, portare l’acqua ovunque divenne una priorità. Nel 1902, grazie alla legge per la costruzione e l’esercizio dell’Acquedotto Pugliese, si stabilì che in ogni Comune ci dovesse essere una fontanina che distribuisse gratuitamente acqua a tutta la popolazione. In particolare, il regolamento prevedeva che ci fosse una fontanina ogni 2.500 abitanti nei grandi centri e una ogni 1.500 abitanti nei comuni con una popolazione compresa tra 10 e 20 mila abitanti.
L’acqua era erogata gratuitamente e pagata dai Comuni 0.20 lire a metro cubo. E nel 1914 il regio decreto diventò attuativo e nacque la “fontanina 1914”, così come la conosciamo.
Oggi le fontanine in ghisa sono considerate un patrimonio da tutelare e valorizzare. Per questo, l'amministrazione comunale di Bari ha deciso di occuparsi costantemente della loro manutenzione, implementando la loro presenza anche nei quartieri di nuova realizzazione, come il quartiere Sant'Anna o il quartiere di Torre a Mare, dove sono state da poco installate due nuove “cape d firr”. Una storia lunga più di un secolo che l'Acquedotto Pugliese, ha deciso di narrare attraverso la mostra itinerante “La Fontana Racconta” che in lungo e in largo, in tutta la Puglia, documenta proprio l'arrivo dell'acqua in regione.
Un centinaio di scatti, in parte provenienti dall’archivio di AQP e in parte realizzati dai numerosi fans della fontanina, e di diversi manufatti risalenti ai primi decenni del secolo scorso. Dal bianco e nero fino all’alta risoluzione, la “mitica” fontanella in ghisa 1914 ha ancora molto da raccontare.
Un grande progetto di conservazione della memoria, rivolto soprattutto ai ragazzi delle scuole, e insieme l’occasione per sottolineare la centralità del servizio idrico e il ruolo insostituibile dell’acqua pubblica per il benessere dei cittadini e lo sviluppo del territorio. Da Tricase ad Acquaviva delle Fonti, da Cassano delle Murge a Monte Sant'Angelo, da Margherita di Savoia a Modugno – solo per citare alcune tappe – la mostra invita tutti i visitatori a riflettere sull'importanza dell'acqua, un bene comune che va tutelato e mai sprecato, una ricchezza che non andrebbe mai data per scontata, perché dietro al semplice gesto di aprire il rubinetto di casa, c'è più di un secolo di lavoro e sacrificio, portato avanti ancora oggi dalla grande famiglia di Acquedotto Pugliese, che con l'esperienza del passato guarda ad un futuro innovativo e sostenibile.
È online il quinto numero del 2023 della rivista L’ Acquedotto