Fa un bellissimo effetto entrare nell’impianto del depuratore di Bari Ovest, tutto rimesso a nuovo. Una bella giornata di sole rende tutto più luminoso.
Possiamo dirlo: respiriamo aria nuova, aria di futuro. A beneficiarne è certamente l’ambiente. E’ stata sfruttata al massimo tutta la nuova tecnologia, impiantata fino a far cambiare volto all’impianto.
Un anno fa, venimmo a visitarlo: lavori in corso. In pieno cantiere. Ci furono spiegati gli interventi che si erano resi necessari, quelli in atto e quelli che si sarebbero fatti. Fummo sorpresi dalla quantità degli interventi programmati. Qualcosa cominciava a delinearsi, ma molto era ancora da fare.
Il Coronavirus ci ha tolto la possibilità di farlo vedere, a lavori completati, in lungo e in largo a tutti. Sono mancati gli studenti, le scuole, le associazioni, le palestre del San Paolo e di Modugno, le parrocchie, anche i sindaci dei Comuni coinvolti. Sarebbe stato bello che finalmente i cittadini del rione San Paolo, “quelli del CEP”, che pazientemente hanno atteso il completamento dei lavori di manutenzione fossero in prima linea, sì a godere lo spettacolo. La sua apertura e la presentazione alle autorità ci ha dato il privilegio di poterlo girare in ogni angolo e renderci conto di cosa accade, di cosa avviene, di come sono trattate le acque reflue che partono dalle case dei cittadini, fino ad essere depurate e riversate a mare.
Un grande grafico presenta i lavori all’impianto in ogni dettaglio. Ti rendi conto che quello che non vedi all’aperto, difficilmente puoi capirlo se non c’è chi, portandoti sul posto, ti aiuta a comprendere cosa avviene, per esempio, con la laminazione liquami influenti, nella vasca volano (ex ricarbonatazione), nell’edificio soffianti, nella vasca di contatto di disinfezione, con l’ispessimento fanghi, con la digestione anaerobica primaria, accellerata, ecc. ecc. Linguaggio troppo tecnico, da addetti ai lavori. Sul pannello, in rosso è rappresentata la parte nuova o ricostruita: il 99% dell’impianto. Un investimento robusto, 35 milioni di euro, finanziato dalla Regione Puglia e dall’AIP (Autorità Idrica Pugliese) per elevare la capacità di trattamento da 241.000 a 360.000 abitanti equivalenti. Un impianto che potrebbe essere sufficiente per l’intera città di Bari. A beneficiarne, invece, sarà l’ampio e complesso sistema della depurazione a servizio della città di Bari, in particolare delle circoscrizioni di Fesca-San Girolamo, Palese, Santo Spirito, parte del quartiere Murat e la Zona Industriale con alcuni comuni che gravitano nel retroterra del depuratore: Modugno, Grumo Appula, Binetto, Bitetto, Toritto e Palo del Colle. Il risultato di maggior percezione sarà quello relativo alle emissioni odorigene.
“Il valore degli immobili del quartiere – ha detto il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – ora sono più che raddoppiati. La bonifica dell’impianto fa già sentire i suoi effetti”.
I dati dell’impianto sono particolarmente significativi sia qualitativamente sia quantitativamente:
- 23.126.400 m3/anno la portata delle acque trattate
- 624.000 kg/anno di grigliato estratto
- 192.000 kg/anno di sabbie aspirate
- 4.200.000 kg/anno di solidi sospesi rimossi
- 7.200.000 kg/anno di inquinamento organico eliminato (BODs)
- 70.000 kg/anno di detersivi eliminati
- 950.000 kg/anno di azoto totale abbattuto
- 200.000 kg/anno di fosfato totale abbattuto
- 3.000 kg/anno di metalli pesanti eliminati
- 4.900.000 kg/anno di fanghi smaltiti (sostanza secca).
Tutto questo è l’inquinamento annuo sottratto al mare. Il dato si commenta da solo.
Acquisire consapevolezza su questi numeri significa capire e apprezzare la forte valenza di un depuratore e di un depuratore in grado di mantenere pulita l’acqua di mare, atteso che ci troviamo proprio nei pressi di alcuni stabilimenti balneari della città di Bari, a volte particolarmente affollati.
Certi risultati, ovviamente, sono la risultanza di scelte progettuali di Acquedotto Pugliese, ora divenute opere eseguite.
Fra l’ampia gamma di tecnologia disponibile sul mercato, AQP, per scelta, privilegia quella a più elevata garanzia di rendimento depurativo. Anche l’utilizzo di spazi dedicati è elemento di valutazione, unitamente al consumo energetico e ai costi di manutenzione di tutti gli apparati installati.
Da sottolineare che una delle priorità adottate attiene alle condizioni di sicurezza che l’impianto deve garantire agli addetti nell’accessibilità e nella possibilità di intervento agli stessi.
Altro elemento di attenzione ha riguardato la problematica relativa allo smaltimento dei fanghi. Le iniziative che vedono oggi impegnato AQP riguardano la riduzione dei quantitativi ed il miglioramento della qualità degli stessi. Senza impianti tecnologicamente così avanzati, gli effetti negativi si scaricano sull’ambiente e sulla popolazione.
Purtroppo ai depuratori arriva di tutto: sabbia, solidi grossolani, sacchetti di plastica, stracci, plastica, ecc. Tutti elementi estranei alla funzione del depuratore che, attraverso la grigliatura, la prima operazione che viene svolta, consente una separazione molto funzionale. E’ il trattamento preliminare che viene effettuato. In mancanza si verificherebbe un accumulo sgradevole degli stessi sulla superficie del mare. I danni all’habitat marino e all’uomo, in caso di contatto, sono di tutta evidenza.
A volte, capita di registrare sulla superficie dell’acqua una schiuma fastidiosa e pericolosa. Lo scarico di oli e di grassi, anche in fogna, oltre che al largo, creano la formazione di pellicole impermeabili sulla superficie che impediscono il naturale processo di riossigenazione del mare. Anche per sostanze organiche sono previsti trattamenti adeguati a vari livelli per ridurre le quantità di ossigeno disciolto nell’acqua a causa dell’attività batterica che ossida le sostanze organiche immesse nel mare con conseguenti rischi per la sopravvivenza della fauna acquatica superiore e l’emanazione di cattivi odori dovuta alla demolizione della sostanza organica in carenza di ossigeno.
L’ultimo livello del processo del trattamento delle acque attiene alla disinfezione delle stesse da batteri e virus (colera, tifo, salmonella). La contaminazione delle acque può contribuire al diffondersi di epidemie nell’uomo e negli animali.
Nel depuratore di Bari Ovest è stato realizzato un impianto oggi tecnologicamente all’avanguardia. E’ un contributo determinante al miglioramento delle condizioni di vivibilità del territorio e delle acque del mare dove confluiscono acque ecocompatibili e di qualità tale da non interferire negativamente con l’intero habitat del corpo ricettore.
Sono sempre da valutare e da tener presente i benefici che si ottengono dal trattamento delle acque reflue.
In mare vengono immesse acque ecocompatibili, cioè di qualità tale da non interferire negativamente con il corpo ricettore. La vita acquatica ed il mantenimento della capacità di autodepurazione del mare, grazie al complesso processo di depurazione previsto, sono salvaguardate.
E’ realizzata sia la prevenzione sia la protezione della salute nell’uomo e negli animali mediante l’eliminazione di agenti patogeni eventualmente presenti nei liquami.
Tutto questo avviene all’interno del depuratore, con sofisticati sistemi operativi. Le acque così affinate, ove mai non sono rilasciate direttamente a mare, consentono ai corsi d’acqua eventualmente utilizzati, di essere più puliti e gradevoli, con possibilità di un loro utilizzo anche per attività ricreative. Il depuratore non è più un bubbone da guardare con diffidenza o con sospetto. Contro di esso, a volte, purtroppo, registriamo iniziative di contrapposizione che non agevolano la più rapida realizzazione dei lavori, tutti sempre mirati al miglioramento dell’impianto e del territorio. Un servizio di primaria necessità, sinonimo di civiltà e di benessere.
L’impianto di Bari Ovest appena completato, merita di essere conosciuto e visitato. Avere consapevolezza delle sue complesse funzioni consente a tutti di apprezzarne la portata e l’utilità da cui non possiamo prescindere.