Emma Strada è stata la prima donna a laurearsi in ingegneria civile in Italia. Contribuì alla costruzione dell’Acquedotto Pugliese. Per promuovere il lavoro delle donne nel campo della scienza e della tecnologia, fondò nel 1957 l’Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetto (AIDIA).
Ingegnere Strada, ci può parlare dell’importanza delle figure femminili nella realizzazione e nella crescita di AQP?
Era ora che si facesse menzione dell’apporto fondamentale delle donne alla realizzazione del progetto ‘Acquedotto Pugliese’.
Intanto, mi presento: mi chiamo Emma Strada e sono la prima donna laureata in ingegneria in Italia. Ho contribuito alla realizzazione dell’Acquedotto Pugliese (sorride Emma e non nasconde una certa emozione, ndr): ebbene sì. La storia di questo acquedotto è storia di uomini ma anche di donne! Ci siamo anche noi donne in questa storia. Donne che hanno lavorato e creduto in un progetto, che impegnato energie ed intelligenze. E magari l’hanno fatto in un momento in cui altre donne dovevano lottare anche solo per iscriversi all’università. Mi scusi eh, non voglio fare polemica, ma essere donna e ingegnere nei primi anni del secolo ventesimo non è proprio semplicissimo. Qui all’acquedotto ho trovato lavoro e un progetto perfetto per le mie ambizioni.
Ingegnere Strada, lo sa che oggi, nel 2021, Acquedotto Pugliese può vantare donne nel vertice aziendale che ricoprono ruoli di responsabilità in ambiti che fino a pochi anni fa erano terreno esclusivo degli uomini?
Si, mi sono documentata. Floriana e Carmen (Floriana Gallucci e Carmen Fiorella, ndr) oggi hanno raccolto il mio testimone. . Beh, mi lasci dire che sono davvero orgogliosa di scoprire che in questo futuro, le donne siano al centro del progetto di AQP e ricoprano cariche così prestigiose. Mi permetta di citare un’altra ‘collega’ ben più famosa, Rita Levi Montalcini, “Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società”.
Come immagina dunque il futuro delle donne in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics)?
Con una punta di orgoglio posso dire di aver anticipato i tempi: non so se ricorda che nel lontanissimo (per voi) 1957 ho fondato un’associazione per promuovere il lavoro delle donne nel campo della scienza e della tecnologia, l’AIDIA. All’epoca qualcuno mi prendeva per matta, se andava bene mi chiamavano la sognatrice e la visionaria; ma io non mi sono mai fermata, non mi sono mai arresa. Come dite voi: non mollare mai, giusto? (sorride ancora l’ingegnere, ndr).
Chi avrebbe mai (pre)detto a fine anni ’50 che a distanza di qualche decade in Acquedotto Pugliese avrebbero lavorato ben 394 donne.
Donne che ogni giorno contribuiscono a garantire il funzionamento del più grande acquedotto d’Europa. Donne che, mi piace pensare, hanno seguito il mio modello e il mio esempio. Sapete quale era il mio sogno? Bere un bicchiere di vino con gli operai dei cantieri. Non sono mai riuscita a realizzarlo; purtroppo il costume e la cultura dell’epoca non ce lo permettevano. Allora io, Emma Strada, prima ingegnere donna d’Italia, auguro a tutte le donne di AQP e del mondo di bere vino con chi vogliono, dove e quando vogliono!
Ricordate: anche con la gonna si può andare molto lontano!
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