Anche stanotte ci sono le stelle. In questa nostra ultima notte. Luminosissime, altissime, irraggiungibili nella loro insindacabile bellezza. Puntate, come divini lampioni, sul nostro ponte. Sublime e austero. Cos’altro potrei aggiungere ora, se non che Ciccì, con le sue giovani mani, aveva incredibilmente partecipato alla costruzione del più grande acquedotto del mondo.
Sono le parole scritte, nei primi anni del novecento, su un quadernetto, da un geometra di origini liguri, durante i lavori di costruzione del ponte canale Bradano, che avrebbe di lì a poco consentito di portare l’acqua dalla vicina Basilicata alla Puglia. Uno scrigno che racchiude, come a volerle suggellare per l’eternità, le emozioni di chi con fatica e dedizione ha condiviso la polvere e le pietre per dare vita al più grande Acquedotto del mondo.
“L’acqua e la Luna” è il titolo dello spettacolo tratto dal romanzo “Quel ponte unì l’Italia” di Vito Palumbo (Adda Editore – 2017), con cui partiranno i festeggiamenti in onore dei Cento anni dell’Acqua Pubblica.