Bari, 21 novembre 2025 — Quando l’acqua comincia a mancare, non cambia soltanto la gestione di una rete: cambia la vita dei territori, delle comunità, delle economie. È una sfida che richiede responsabilità pubblica, visione e strumenti nuovi. Con questo spirito oggi, al Palazzo dell’Acqua di Bari, Water Europe, Acquedotto Pugliese e Acque del Sud hanno riunito istituzioni, ricercatori e gestori idrici per confrontarsi sui digital twin, tecnologie che stanno ridisegnando il modo in cui proteggiamo la risorsa più fragile e preziosa che abbiamo.
La giornata, organizzata nell’ambito del progetto europeo IDEATION, finanziato dalla Commissione Europea, ha permesso di unire esperienza operativa, ricerca scientifica e indirizzo politico attorno a un’unica domanda: come rendere il sistema idrico più intelligente, resiliente e capace di anticipare le crisi?
Durante la sessione tecnica del mattino, i ricercatori del progetto hanno presentato la futura architettura dei digital twin, la piattaforma di conoscenza OpenKIWAS e una serie di casi d’uso già sviluppati in Puglia: modelli per il ciclo urbano dell’acqua, ricostruzioni digitali delle reti regionali e applicazioni dedicate alla gestione degli invasi.
Nel pomeriggio, la tavola rotonda ha riunito rappresentanti istituzionali, accademici e gestori pubblici per discutere come la transizione digitale possa diventare uno strumento concreto nelle regioni mediterranee, dove la crisi idrica non è più un evento eccezionale ma una condizione quotidiana.
Ad aprire il confronto l’intervento del Direttore delle Operazioni di Water Europe, Andrea Rubini: “Un evento che conferma l’urgenza di agire di fronte a una crisi idrica ormai strutturale, che richiede misure straordinarie, innovazione accelerata e nuovi modelli di governance. È emerso chiaramente che la tecnologia, inclusi i digital twin, può fare la differenza solo se accompagnata da una forte collaborazione tra territori e attori istituzionali. In questo percorso Water Europe, con i suoi membri e portatori di interesse, continua a lavorare per trasformare la Water Resilience Strategy e il nuovo MFF in opportunità concrete, mettendo i bisogni dei territori al centro delle politiche e degli investimenti europei. Il confronto di Bari ha rafforzato la consapevolezza che serve una risposta comune, rapida e coordinata per garantire sostenibilità, sicurezza e resilienza degli ecosistemi idrici per fornire l’acqua alle persone, ai sistemi produttivi e agli ecosistemi”.
Il Presidente di Acquedotto Pugliese, Domenico Laforgia, ha ricordato come gestire una delle reti idriche più estese e complesse d’Europa significhi confrontarsi ogni giorno con una sfida che non è solo tecnica ma strategica: “La pressione climatica che viviamo – ha detto – ci ha imposto di cambiare passo, di abbandonare la logica dell’emergenza per costruire una visione di lungo periodo. Per questo abbiamo deciso di investire come mai prima: non per rincorrere i problemi, ma per prevenirli. La digitalizzazione è il cuore di questa trasformazione. Il gemello digitale della nostra rete, la nuova Control Room e l’estensione dello smart metering non sono semplici innovazioni tecnologiche: sono la nostra nuova infrastruttura invisibile, quella che ci permette di conoscere la rete in ogni punto, istante per istante. Grazie a questi strumenti possiamo simulare scenari, anticipare criticità, coordinare interventi e ridurre le perdite in modo sempre più mirato. Ogni metro cubo non perso è una risorsa nuova, un beneficio per l’ambiente e una garanzia per i cittadini. Questo è il valore dell’innovazione per un servizio pubblico: non la tecnologia fine a sé stessa ma la capacità di offrirci un servizio più resiliente, più efficiente e più vicino alle persone. Ed è questa visione che stiamo portando anche in Europa, contribuendo con dati, esperienza e soluzioni concrete alla costruzione di un modello di gestione dell’acqua che sia all’altezza delle sfide del futuro. Chiediamo, però, all’Europa di sostenere con maggiore decisione le regioni mediterranee, come la nostra, che già vivono stress idrico severo”.
Giuseppe Decollanz, presidente di Acque del Sud, ha posto in evidenza come sia necessario sfruttare i momenti di crisi per affinare e migliorare tutti gli strumenti per scongiurarla in futuro. “Per troppi decenni – ha aggiunto - abbiamo trascurato la risorsa idrica dando per scontato che essa fosse pressoché infinita. La crisi di questi ultimi anni invece ci ha insegnato che non è così, e che è nostro preciso dovere attivare tutte le misure da un lato per valorizzarla attraverso un migliore utilizzo, dall’altro per meglio captarla e conservarla. Pertanto non esiste una unica formula di resilienza, ma una sommatoria di interventi che determinano il risultato. Rifunzionalizzazione degli invasi e della grande adduzione, riduzione delle perdite, e riutilizzo delle acque affinate sono i tre capisaldi di questa articolata sommatoria. Siamo in una fase cruciale, servono investimenti, consapevolezza del problema e soprattutto visione di insieme che superi le obsolete rivendicazioni a carattere territoriale. L’acqua è di tutti, e tutti insieme abbiamo il dovere di assicurarla a chi verrà dopo di noi”.
In chiusura, Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario per l’Emergenza Idrica: “La gestione dell’acqua richiede, innanzitutto, una piena conoscenza delle reti. La digitalizzazione, la mappatura completa delle infrastrutture e l’utilizzo di sistemi predittivi avanzati rappresentano il punto di partenza imprescindibile per una governance efficace. Il Ministero delle Infrastrutture ha già predisposto un nuovo Piano nazionale delle infrastrutture idriche. È essenziale che tali risorse siano indirizzate verso i territori così che possono generare maggiore utilità, attraverso interventi chiari, misurabili e realmente funzionali. La Presidenza del Consiglio ha compiuto una scelta strategica: l’integrazione delle opere infrastrutturali previste per il prossimo decennio all’interno della programmazione idrica nazionale. Questa decisione conferma che la risorsa idrica è, e sarà, una priorità strutturale per il Paese. Su questo impegno si fonda il nostro lavoro per i prossimi anni”.
L’incontro, che ha visto la partecipazione del Direttore delle Operazioni di Water Europe Andrea Rubini; del Ricercatore Senior e Responsabile del R&I Grant Office di Engineering SpA Roberto Di Bernardo, della Coordinatrice del progetto IDEATION del Centro Tecnologico CETAQUA Eloisa Vargiu, del Direttore del Controllo Tecnico di Acquedotto Pugliese Marco Mottola, del Direttore della Divisione Soil and Water Systems (SOWAS) del CMCC Guido Rianna, del Project Manager Interreg IPA ADRION Aqua per Acquedotto Pugliese Luciano Venditti, della Ricercatrice Senior del KWR Water Research Instituite Stefania Munaretto, della Direttrice del settore Acqua di Utilitalia Tania Tellini, del Professore Orazio Giustolisi del Politecnico di Bari, del Direttore Generale di ARIF e del Consorzio di Bonifica Centro-Sud Puglia Francesco Ferraro, del Dirigente della Sezione Risorse Idriche della Regione Puglia Andrea Zotti, del responsabile settore Acque dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale Pasquale Coccaro, ha mostrato come la costruzione dei digital twin non sia un esercizio teorico ma un passo concreto verso un sistema idrico più capace di prevedere, prevenire e rispondere.
Dal confronto tra ricerca, utility pubbliche e istituzioni è emersa una direzione chiara: unire infrastrutture, dati, competenze e politiche pubbliche per garantire ai territori un futuro idrico più sicuro, intelligente e condiviso.
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