I lavori interessano 14 chilometri di condotte - fra cui 5 da realizzare con tecnologie no-dig - per portare fino a 650 litri al secondo di acqua potabile al serbatoio del capoluogo, nodo cruciale della rete idrica. Proseguono attività di monitoraggio ambientale e di bonifica da eventuali ordigni bellici.
Taranto, 5 novembre 2025 – Sono partiti i lavori per la realizzazione delle condotte che collegheranno il futuro dissalatore al serbatoio di Taranto. È il primo passo concreto verso l’attivazione di un sistema che renderà disponibile nuova acqua potabile per la città e per il territorio ionico. Un’infrastruttura pensata per migliorare la sicurezza idrica, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili e riducendo la dipendenza dalle fonti tradizionali.
Questo primo intervento riguarda una dorsale lunga 14 chilometri, progettata per convogliare l’acqua desalinizzata dall’impianto al serbatoio e di questi 5 chilometri saranno realizzati con tecniche senza scavo (no-dig), adottate come segno di particolare attenzione per le aree sensibili e per garantire la massima tutela del territorio. I lavori presto interesseranno anche l’altra condotta di 4,5 chilometri che porterà nell’area del molo polisettoriale l’acqua residuale, simile a quella del fiume Tara e pienamente compatibile con l’ecosistema marino.
“Con questo cantiere – spiega il Direttore industriale di AQP, Antonio de Leo – si apre la fase operativa del progetto del dissalatore a servizio di Taranto. La nuova condotta è un elemento chiave per convogliare l’acqua prodotta dall’impianto nel sistema di distribuzione esistente, assicurando continuità e qualità del servizio”. Il dissalatore sarà costruito su un’area di circa due ettari lungo la Provinciale 38, a un chilometro dal fiume Tara e gestito da Acquedotto Pugliese. L’impianto utilizzerà acqua salmastra prelevata da una presa esistente di Acque del Sud, senza nuove opere sul fiume. Produrrà acqua potabile mediante osmosi inversa, alimentato al 100% da energia verde.
Il progetto, del valore complessivo di 129 milioni di euro, è finanziato in parte con fondi FSC e PNRR e in parte con risorse tariffarie. Rientra nella strategia regionale per la resilienza idrica e risponde alle sfide poste dalla crisi climatica. La sua attivazione consentirà di alleggerire la pressione sul sistema Sinni–Pertusillo, di ridurre i prelievi dai pozzi salentini e di contribuire al contrasto del fenomeno dell’intrusione salina nelle falde costiere. Le attività includono, lungo tutto il tracciato, monitoraggi ambientali e verifiche di bonifica da eventuali ordigni bellici, nel rispetto delle prescrizioni del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR).
La strategia di AQP si fonda su tre direttrici che avanzano insieme: nuove fonti, risanamento e digitalizzazione della rete e riuso delle acque affinate. La loro efficacia nasce dall’integrazione, come in Acqua per Taranto, progetto che riunisce interventi infrastrutturali, tecnologici e ambientali per garantire stabilità e continuità al sistema idrico. Tra le azioni più significative messe in campo da Acquedotto Pugliese, quella delle nuove fonti punta a rafforzare la sicurezza idrica regionale e a diversificare le modalità di approvvigionamento. In quest’ottica si inserisce la realizzazione dell’impianto di dissalazione di nuova generazione destinato a garantire un apporto stabile e controllato di risorsa potabile per il territorio ionico.
Tutti i dettagli sul progetto sono disponibili nella sezione Acqua per Taranto del sito www.aqp.it. È possibile inoltre iscriversi alla newsletter dedicata per ricevere aggiornamenti direttamente nella casella di posta.
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Link dedicati ai media:
Infografica e rendering
Immagini opera di presa, serbatoio di Taranto, punto di rilascio
Cartella stampa Acqua per Taranto

