Oltre la linea del mare, nella campagna pugliese punteggiata di ulivi, scopriamo le Cesine una riserva naturale del Salento estesa su circa 348 ettari (gestita dal WWF). Qui le cicale accolgono il visitatore con il loro canto insistente. Siamo a due passi da Vernole, in una delle poche zone paludose rimaste lungo la costa che collega Brindisi a Otranto, caratterizzata da due stagni, Salapi e Pantano Grande, a ridosso del mare da cui si separano grazie ad una striscia di dune sabbiose. Per secoli la zona è stata palude, ma ben più grande di quanto è adesso.

La palude era considerata un ambiente malsano dai contadini locali, soprattutto per la presenza delle zanzare. Alla fine dell’800 si comincia a parlare di una bonifica della zona per renderla coltivabile, lavoro che fu fatto grazie alla costruzione di canali e l’impianto di alberi che avevano il compito di assorbire l’acqua rimasta. Poi ci fu la Riforma Fondiaria dei primi anni Cinquanta che ridisegnò la proprietà dell’area: alla Regione Puglia vennero affidati circa 350 ettari di terreni, altri 300 furono frazionati e destinati a coloro che bonificarono Le Cesine. Nel 1971 è diventata Zona Umida di Interesse Internazionale, nel 1979 Oasi del WWF, infine nel 1980 Riserva Naturale dello Stato. L’oasi si trova lungo una delle principali rotte migratorie e ospita numerosissimi uccelli acquatici. Sono state censite ben 32 specie di orchidee spontanee. Ed è proprio la particolare complessità degli habitat della Riserva che rende le Cesine un’area ad elevata valenza naturalistica. L'oasi delle Cesine ha come simbolo il "moriglione", una particolare specie di anatra tuffatrice, presente nelle acque della riserva nei periodi autunnali ed invernali. In inverno nei pantani le anatre e altri uccelli acquatici Codoni, Mestoloni, Alzavole, Fischioni, Moriglioni, Morette Volpoche trovano un sicuro riparo, anche se non mancano le occasioni di incontrare specie rare ed elusive anche negli altri ambienti. I birdwatchers possono spesso ammirare anche l’Aquila minore (Hieraaetus pennatus). In primavera e autunno le migrazioni tra Africa e Europa sono il pretesto per i visitatori per ammirare le spettacolari evoluzioni dei rapaci Albanelle minori, Falchi di palude, le rare Albanelle pallide, gruppi di Grillai e Falchi cuculo. Tra le rarità nidificano ben due coppie di Fistione turco mentre i tratti di bosco sono popolati da fringuelli, cinciarelle, cinciallegre, occhiocotti e usignoli, i veri sovrani assoluti. Fra i canneti le specie nidificanti come la folaga, il tuffetto e il germano reale approfittano della tranquillità del luogo per allevare i propri piccoli e le dune offrono altrettanta pace a fratini (Charadrius alexandrinus) e Fraticelli (Sterna albifrons). I tanti bird-watchers che frequentano questi posti incantati possono ammirare anche il Pellicano bianco, il Gabbiano corso e scorgere il Vescovo dorato (Euplectes afer), specie esotica che ormai nidifica ogni anno. L'oasi delle Cesine offre la possibilità di tour organizzati. I Percorsi natura sono vari e cambiano secondo la tipologia del visitatore: partono tutti dal Centro visite, una splendida masseria fortificata che il WWF ha ristrutturato per destinarla a spazio didattico e d’accoglienza. Comprende grandi saloni, con terrari, acquari, vetrine con raccolta di utensili locali, spazi per la visione di documentari. Gli itinerari tagliano la macchia e la pineta e portano sul bordo degli specchi d’acqua: qui sono a disposizione i capanni d’osservazione che favoriscono il riconoscimento degli uccelli. Un'oasi di pace e natura. A rischio però. Nessun luogo è al sicuro dagli effetti del cambiamento climatico, nemmeno le Oasi WWF. Oltre alle alluvioni sempre più frequenti, anche gli incendi rappresentano un rischio sempre maggiore, così come indicato dal report sugli scenari climatici italiani elaborato dal CMCC (Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici).

Qui entrano in campo le azioni di prevenzione, ma anche alcuni strumenti tecnologici innovativi, che agiscono con sempre maggiore efficacia per la tutela della natura. Si tratta del piano antincendio boschivo: gli strumenti previsti dal PAIB (piano antincendio boschivo) sono di supporto alle decisioni, ai fini del coordinamento delle attività e degli interventi di prevenzione e lotta antincendio. Le attività di conoscenza del territorio, della vegetazione che vengono svolte tutto l’anno nelle oasi sono la prevenzione migliore che si possa fare. E proprio all'Oasi delle Cesine ci sono “Gli alberi parlanti”. Realizzato da CMCC e Protezione Civile Regione Puglia il progetto OFIDIA 2 conta su ben 30 “alberi parlanti” (Tree Talker) in grado di informare sullo stato idrico degli alberi, la temperatura fogliare, l’ampiezza ed il colore della chioma, fornendo dati di pre-allarme e allertando su eventuali stress della foresta, mentre 30 ulteriori sensori “Tree Talker Fire” riescono a individuare la presenza di una fiamma di pochi centimetri alla distanza di 30 metri, oltre a misurare la concentrazione di anidride carbonica e particolato atmosferico. Insieme ad una centralina meteo collegata ad una sala operativa, consentono di calcolare, in tempo reale, pericolo e probabilità d’incendio o avvisano, geolocalizzandolo, il principio d’incendio in corso, consentendo un immediato intervento delle squadre antincendio che presidiano il territorio. Anche grazie a questo sistema, si evita l’espandersi delle fiamme come nel disastroso incendio del 2018 o di quello di inizio estate 2024 domato in poche ore.

