"L'acqua è un bene essenziale non solo per la vita quotidiana, ma anche per lo sviluppo sostenibile delle nostre comunità e dell'intera economia nazionale”. A dirlo il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione del Festival dell’Acqua, giunto a Firenze per l'ottava edizione. L'acqua è un bene primario ma esauribile, nel rispetto del quale ciascuno deve porsi con grande responsabilità. “I cambiamenti climatici – ha aggiunto il ministro – stanno purtroppo modificando il nostro rapporto con questa risorsa preziosa. È nostro dovere garantirne una gestione sicura, minimizzando gli sprechi e promuovendo un uso consapevole”. Di qui la necessità di “conservare” le risorse idriche, pianificare gli investimenti nelle infrastrutture e valorizzare il ruolo delle istituzioni e dei cittadini nella gestione dell’acqua: “Solo attraverso la collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini possiamo costruire un sistema capace di affrontare le sfide attuali e prepararci al futuro”. Il Festival dell'acqua, organizzato da Utilitalia (federazione che riunisce le imprese dei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas in Italia) è stato l'occasione per lanciare un piano di proposte, il cosiddetto “Patto per l’Acqua” che mira a migliorare la resilienza delle reti idriche, garantire servizi di qualità ai cittadini e adattare il sistema ai cambiamenti climatici. “Attraverso questo patto – ha spiegato il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – le aziende che hanno operato e reso possibile la crescita del comparto in questi anni si sono impegnate a fare un passo avanti per garantire investimenti adeguati alle sfide del climate change e hanno chiesto al Governo di accompagnare questo percorso, fondamentale affinché anche i territori senza gestore integrato possano crescere”. Tre giorni di confronto tra i principali temi oggi sul tavolo idrico. A partire dalla governance del servizio, con la necessità di passare sempre più a una gestione industriale, piuttosto che in economia: condizione necessaria per incrementare gli investimenti e portarli alla famosa quota 100 euro annui per abitante fissata proprio dal “Patto per l’Acqua” .

Oggi, nonostante l’accelerazione degli ultimi 10 anni, cioè da quando il servizio idrico è passato sotto la regolamentazione Arera, siamo poco sopra 60 euro. A imporre una spinta sugli investimenti sono anche gli impatti, sempre più evidenti, dei cambiamenti climatici: le reti devono essere adattate al nuovo contesto, per immagazzinare acqua (e contenere quindi i danni) nei momenti di abbondanti precipitazioni per poi sfruttarle nei lunghi periodi di siccità. Senza sottovalutare la produzione di acqua complementare, puntando sulla dissalazione e la gestione avanzata delle acque sotterranee. Esattamente 30 anni fa, con la Legge Galli, il legislatore nazionale indicò la frammentazione gestionale-territoriale del ciclo idrico e la non integrazione delle varie. Diventa quindi importante gestire l'acqua in un clima che cambia e i numeri lo dimostrano: nell’ultimo anno idrologico (da maggio del 2023 a maggio del 2024) la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale ha subìto una contrazione compresa tra -17% e -45% a seconda delle zone. In Sicilia, la regione più colpita dalla siccità dell’estate appena trascorsa, il volume di acqua invasato è crollato del 40%. La siccità che nel 2022 aveva colpito il Nord Italia – con un calo del 24% delle precipitazioni, a livello nazionale, rispetto alla media 1991-2020 e una disponibilità idrica scesa del 50% rispetto alla media del lungo periodo 1951-2022 – negli ultimi mesi ha interessato in particolar modo il Sud, territorio nel quale le infrastrutture sono più vulnerabili, la percentuale media di perdite di rete è più alta e la frammentazione gestionale più marcata. L’acqua è un elemento vitale, che da millenni regola la vita sulla Terra, disciplinando gli equilibri. Tuttavia, negli ultimi decenni, stiamo assistendo a cambiamenti senza precedenti nel clima globale, con impatti significativi sul ciclo dell'acqua e sulle risorse idriche del Pianeta. Fenomeni meteorologici estremi, quali alluvioni e siccità, stanno diventando sempre più frequenti ed intensi, con esternalità negative per numerose aree del mondo. L’Accordo di Parigi del 2015, che si è posto come obiettivo principale quello di mantenere al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali la crescita della temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani entro la fine del secolo, limitandola a 1,5°C, è già considerato utopico. Il riscaldamento globale è una delle conseguenze maggiormente percepibili del cambiamento climatico. Non sorprende quindi che la temperatura media globale per il 2023 sia stata la più alta mai registrata: +0,6°C al di sopra della media 1991-2020 e +1,48°C al di sopra della media pre industriale 1850- 1900.

L’Italia non risulta indenne al cambiamento climatico e alle sue conseguenze: la penisola è posizionata nel cuore della regione mediterranea che, a causa delle sue caratteristiche morfologiche, si è riscaldata e continuerà a riscaldarsi più rapidamente della media globale. La siccità ha colpito duramente il Paese, che è al 5° posto tra i 27 Paesi europei e il Regno Unito per quota di territorio esposta a siccità severo-estrema negli ultimi due anni, pari al 13,2%, 5,6 punti percentuali al di sopra della media europea. Con l'eccezione dell'anno pandemico del 2020, in cui le misure di lockdown adottate a seguito della di"usione della pandemia COVID-19 hanno notevolmente rallentato le attività economiche e di conseguenza il consumo di risorse naturali, riportandolo ai livelli del 2009, il trend è in peggioramento: nel 1973, l’Earth Overshoot Day è stato il 3 dicembre, nel 2003 il 12 settembre, nel 2022 il 28 luglio, mentre nel 2023 è caduto il 2 agosto (con un lievissimo miglioramento rispetto all’anno precedente). Attualmente, la popolazione mondiale sta quindi consumando risorse equivalenti a 1,7 pianeti all'anno, mentre nei primi anni '70 il rapporto era di 1:1. Nel contesto internazionale, l’Italia è uno dei Paesi con il più elevato debito ecologico: l’Overshoot Day nel 2023 nel Paese è arrivato il 15 maggio (invariato rispetto al 2022, ma peggiorando di 2 giorni rispetto al 2021). Se tutti gli abitanti del pianeta seguissero lo stile di vita degli italiani, sarebbero necessari 2,7 pianeti per soddisfare le esigenze della popolazione mondiale, basandosi sul ritmo di consumo attuale. L'acqua quindi è il segno tangibile dei cambiamenti climatici in atto. È fonte di vita e insieme elemento fragile e prezioso, un indicatore dei mutamenti del nostro ambiente che dobbiamo imparare ad ascoltare e comprendere.